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Perchè Arduino SMD ai livelli “ij” nel progetto LABijk

Il progetto LABijk è ambizioso, ma fattibile. Le applicazioni nel mondo elettrico e non solo,  per esempio nel condizionamento di ambienti, sono molteplici.

Il livello i è costituito dai microcontroller direttamente connessi al microserver.

Le connessioni previste sono USB od ethernet.

Una ARM board sarebbe nettamente migliore, ma

  • scalda un po’ e se chiusa in una piccola scatola di policarbonato ci possono essere grandi problemi
  • i costi che, escluso il caso ethernet, vede Arduino vincente; Raspberry PI sarebbe vincente, ma il filesystem su micro SD lo rende fragile; quindi le board ARM candidabili andrebbero sopra i 60€ a pezzo contro i 20€ circa di Uno SMD
  • nel caso di collegamento USB è da preferirsi, per ora, Arduino UNO SMD per i costi e per la robustezza già testata in pooling su USB; in tecnologia SMD per lo stato dell’arte
  • nel caso di ethernet è meglio un ARM non solo per i costi che diventano equivalenti, ma per la gestione ethernet molto debole su Arduino: poche connessioni e senza threading/forking controllabile
  • in futuro è prevedibile, si veda Arduino Due, la convergenza ad ARM

Mel caso di livello j allora non vi è dubbio che l’Arduino SMD sia l’unica soluzione:

  • 12 MHz garantiscono che non scalda anche se inscatolato
  • è robustissimo, prodotto su tiratura mondiale in enormi quantità
  • è Elettronica Aperta
  • la comunità da sviluppatori ad adepti è enorme
  • la documentazione, raggiungibile via internet, è la più vasta in assoluto
  • si apre perfettamente ad ogni elettronica, si pensi che al tempo dell’esplosione di Fukushima entro pochi giorni erano già pronti shield Arduino per contatori Geiger anche reperibili dal mercato giapponese
  • è perfetto per un centro stella seriale RS485
  • permette l’utilizzo dei shield Groove creando uno standard imponente verso l’elettronica e l’elettricità, basti pensare che non serve più il saldatore, ci si muove con plug e senza crimpare
  • il costo, sui venti euro, lo rendono imbattibile
  • ultimo ma non ultimo il progetto è italiano e viene venduto in grandi numeri  anche in Germania, Stati Uniti, Cina e Giappone.

ReactOS continua a vivere raggiungendo la versione 0.3.15

La versione ReactOS 0.3.15 è ancora alpha quindi praticamente non utilizzabile, respira con difficoltà. Ma il fatto importante è che il progetto sia più che mai vivo.

ReactOS è un progetto che intende costruire un sistema operativo equivalente a Windows XP compilando il kernel da zero e con riferimento al kernle MS Windows e non Linux.

Non emula e non virtualizza. Il contributo più importante del progetto è stato di permettere il miglior apprendimento della tecnologia Windows.

 

Richard Stallman

 INTERNET HALL of FAME INNOVATOR celebra Richard Stallman:
Il Dott. Richard Stallman (stallman.org) ha lanciato il movimento del software libero nel 1983, annunciando il piano di sviluppare del sistema operativo GNU, acronimo di “GNU’s Not Unix”, destinato ad essere composto interamente da software libero (gnu.org). Il progetto è stato iniziato nel 1984. L’ultimo passo importante è stato fatto nel 1992 quando Linus Torvalds ha reso libero il suo kernel, Linux, permettendo la nascita del sistema operativo GNU/Linux (http://www.gnu.org/gnu/linux-and-gnu.html) che è ampiamente usato oggi (gnu.org / distro). Nel 1985, il Dott. Stallman fondò la Free Software Foundation (fsf.org) e rimane il suo presidente. …  Dal settembre 1974 al giugno 1975, era studente  di fisica al MIT, ha lavorato nel laboratorio di Intelligenza Artificiale del MIT dal giugno 1971 al dicembre 1983. Ha sviluppato la tecnica AI di dipendenza-directed backtracking, nota anche come la manutenzione verità. Nel 1976 ha sviluppato il primo estensibile Emacs editor di testo. Si è laureato a Harvard nel 1974 con un Bachelor of Arts in fisica e ha ricevuto molte lauree ad honorem e riconoscimenti, tra cui un 1990 MacArthur Foundation Fellowship.

Il governo Australiano intende adottare il formato OpenDocument.

Le principale attività informatiche negli uffici utilizzano il computer come macchina da scrivere, gestione fogli elettronici e presentazioni al computer.

Fino ad oggi queste attività vengono svolte acquistando praticamente un solo prodotto commerciale.

Ma da qualche anno è possibile utilizzare elaboratori testi e programmi di gestione di fogli elettronici non commerciali, ovvero liberamente utilizzabili.

Openoffice e Libreoffice hanno preso piede.

Riflettiamo sul fatto che i documenti prodotti sono file.

In relazione a tali file dobbiamo distinguere due possibilità:

  • file costruiti mediante un formato del quale il costruttore tende a non comunicare alcuna caratteristica, caratteristica utilizzata per rendere fedele l’utilizzatore e permettere riscontri commerciali
  • ed altri costruiti secondo formati le caratteristiche dei quali sono interamente pubbliche e, non di minor importanza, siano liberamente utilizzabili, ovvero non soggetti a vincoli commerciali o di licenze commerciali.

Il formato più diffuso di file per documenti da ufficio con specifiche completamente pubbliche è l’OpenDocument. In particolare questo formato è adottato da Oracle OpenOffice e LibreOffice.

L’amministrazione australiana, secondo quanto scritto da scritto John Sheridan, Chief Technology Officer of Australia, sembra aver fatto l’ovvia proposta di adottare il formato OpenDocument. Seguiremo l’evoluzione di questa esperienza.

La proposta è parte del “Australia’s Whole-of-Government Common Operating Environment Policy”, un progetto nato nel 2009 con la finalità di uniformare i computer utilizzati nell’amministrazione e sviluppare servizi ad alta sicurezza.
Prevede l’adozione dei documenti nella versione OpenDocument ODF 1.1 per le applicazioni da ufficio definite dall’ International Organization for Standardization (ISO) and International Electrotechnical Commission (IEC).

Il formato ODF è in continuo sviluppo. L’ultima versione sta per diventare uno standard  ISO/IEC standard.

 

Progetto Misure d’inquinamento

Il progetto nasce con la finalità di allestire una stazione per cominciare a fare misure di inquinamento.

La prima versione utilizza una scheda Arduino Uno SMD con interfaccia Grove e sensori per misurare:

1. presenza di gas

2. presenza di polveri inquinanti

3. fumi

3. presenza di vapori d’alcool

3. rumore

4. elettrosmog

A complemento integreremo le misure con  temperatura ed umidità

In questa fase invitiamo a valutare i collegamenti proposti.

Stallman da Nobel

Richard Matthew Stallman, statunitense e “premiato con sei dottorati onorari e due cattedre universitarie onorarie”, come recita Wikipedia italiana, “nel settembre del 1983 diede avvio al progetto GNU con l’intento di creare un sistema operativo simile a Unix ma composto interamente da software libero”. Partecipò alla realizzazione del compilatore C, detto GCC, che permise, praticamente, di costruire Linux.

Ritorneremo su questi temi.

Conobbi Stallman a Padova. L’esperinza fu singolare.

E’ nella natura dell cose semplici essere dififcili. Il Pianeta Università aveva un ospite magnifico ed è stato accolto in una scuola secondaria ad indirizzo artistico, popolato da giovani in stile “centro sociale”.

Ricordo che avave un notebook IBM nero e consunto, connesso via satellite, per comunicare ininterrottamente con molte comunità disperse nel pianeta. Gestiva email in pieno stile Mutt. Incarnava l’uomo Perl. Da film!

Ralazionava sull’importanza dell’Open Source nella Sovranità delle Nazioni, e, sempre a riga di comando, comunicava con comunità in posti remoti: Cina, Latino America, forse Cambogia o nella Foresta Amazzonica.

Sosteneva e sostiene insiemi di creatori di programmi in tutto il mondo.

La platea patavina non afferrava le delicate e sostanziali tematiche, ma, da persona illuminata,  prima di andarsene, distribuì ricordini GNU per la felicità collettiva. Non presi il mio gadget perchè, impietrito dalla grandezza, non riuscivo ad avvicinarmi al candidato, per me , Nobel. Il pubblico gli proponeva battute sui politici in voga, e lui rispondeva in sintonia.

Alla fine della cerimonia, mi feci forza, mi avvicinati, ma riuscii a gemere un thank you.

Proporremo una sequenza di spezzoni inediti con commenti divulgativi.