Nei prati di Limena a volte anche fra ruderi e spazi incolti, fra alcuni giorni apparirà la camomilla. Eccovi un mio ricordo.
La Camomilla e la Beguine
La “ Matricaria Chamomilla “ è un fiore umile e prezioso che si trova di questi tempi, quando celebra le sue nozze con il Sole dell’estate. Mia madre era solita dire, che la camomilla si vestiva di bianco e oro e aspettava anche noi alla festa. Ma bisognava fare presto, uno scroscio violento di pioggia, se ne sarebbe andata e non l’avremmo vista più, forse rapita dal “ Vecio Momo “, un’ orrida creatura proveniente dal Nord barbaro, che a volte colpiva implacabile uomini, bestie, alberi e cose.
Il racconto molto impressionante mi vedeva rapìto e spaventato, ma intanto lei con un pettine di ferro dai lunghi denti comperato da uno zingaro di passaggio, compiva grandi falciate sulle ciocche della camomilla , mentre tutt’intorno si spandeva un profumo che non scorderò mai più. La raccolta era sempre copiosa, mia madre allora sorrideva in maniera misurata come solo i contadini sanno fare, quando sono soddisfatti del loro duro lavoro. Teneva tutto stipato nel grande grembiule blù annodato alla cinta, con due angoli raccolti e stretti in mano. Spesso in compagnia della zia Romilda, mia madre molto ben intonata era solita cantare allegre canzoni, erano strofe accompagnate o alternate, ripetute senza posa e senza abbandonare il lavoro .
« Quei giorni d’amor rivivo nel sogno,
vorrei come allor stringerti al cuor.
Dicesti a me “Giuro di amarti sempre”
ed io ti giurai “Tu, sempre tu”.
Ma poco durò la felicità,
le nuvole rosa nel cielo il vento disperde,
l’amore, ch’ eterno ci par, nel nulla si perde,
per non ripensar più a te « ….
A lavoro compiuto, senza averlo chiamato, da Solesino arrivava puntuale un ometto grasso, furbo e sempre serio, con un nome antico che ho scordato.
Ma rivedo ancora la fretta di ricevere il raccolto che avrebbe venduto alle drogherie delle città anche lontane e il mercanteggiare ostinato con mia madre per il prezzo da pagare.
Ora anch’io andrò di questi tempi, per campi, attirato dai boccioli bianco oro e nel ricordo bello del tempo che fù.
Li raccolgo in fretta al levar del sole, prima che arrivino altri abili competitori: api bottinatrici, coccinelle dalle mille livree, farfalle d’ogni colore che usano i fiori come posatoi e innumerevoli altri insetti come le forbicine, i bruchi inquietanti, le onnipresenti formiche, le cimici verdi maleodoranti e i grossi innoqui ridicoli bombi.
Cerco come posso di non far male alla pianta, accarezzandola piano prima di stringere i suoi boccioli . Vorrei sapesse quanto le sono grato per il dono che mi fa.
Sbrigo tutto con cura, poi conservo la mia camomilla all’asciutto e in penombra, in seguito confezionerò con tanti sacchettini che regalerò agli amici e ai parenti. Ma una buona scorta è per le mie lunghe e fredde sere d’inverno, mi servirà per ritrovare calma e serenità, dopo i rigori del giorno.
Quando si spanderà il profumo erbaceo intenso dal mio infuso, mentre fuori magari nevica, il ricordo andrà a questi giorni di giugno e luglio, lunghi, luminosi di chiara luce e profumati in ogni cosa e luogo.
Odora l’aria di matricaria, profumano le mani, tutto sa di buono, d’onesto e d’antico, mentre le stagioni continuano il loro incessante ciclo.
Anche la terra così inquieta, sembra aver smesso di fremere sotto i nostri piedi, mentre anch’io senza accorgermene canto allegramente al ritmo di beguine un piccolo ritornello di quella vecchia canzone:
«Quei giorni d’amor rivivo nel sogno,
vorrei come allor stringerti al cuor « .
Tisana di Camomilla.
Lasciare qualche capolino di camomilla ben essicato, in infuso per alcuni minuti. Filtrare con un colino, bere caldo o freddo possibilmente con ottimo miele.
Mentre vi rilassate a fondo, sono certo sentirete arrivare anche voi le note allegre della musica e le belle parole del grande Cole Porter :
« Quando si fa la Beguine
mi pare di udir la dolce canzone
che, nello splendor di un ciel tropicale,
mi fece sognar tra le acacie in fior «.
nToni ( Giugno 2011 )