Bilancio ARM all’inizio di giugno 2013

Siamo ormai a giugno e gli avvenimenti in relazione alla nuova generazione di computer sono travolgenti.

Ormai la piattaforma ARM classe A8 e A10 sono all’apice della maturità. Riflettiamo che hanno tenuto banco per 6 mesi e che la nuova prospettiva è stata aperta da progetti quali RaspberryPI.

Ormai prendono piede le schede con processore di classe A15, sempre 32 bit, ma con velocità da circa un GHz a circa 2 GHz, da un core a due o quattro ed altro.

La GPU è integrata e full HD, i vecchi alimentatori sono rottamati per un unico 5 Volt o 3.3 Volt di bassisimo consumo. Le dimensioni sono confrontabili con la scatola di fiammiferi. La generazione di ormai obsolete schede per computer prevedeva come formato lillipuziano il mini ITX, che, rispetto le dimensioni delle attuali A8, A10 e A15,  è enorme.

Le nuove schede con A15, prevalentemente con processori Samsung o TI, possono soddisfare, ma anche superare  le richieste della fascia netbook e tablet.

Attualmente sono state commercializzate le prime schede, ma con il problema del prezzo alto delle primizie. Alla fine dell’estate questi prodotti saranno prevalenti nel mercato del settore specifico. Ma allora si scalderanno i motori per far entrare in gioco i 64 bit (A53 e A57) con produttori di CPU  di tutto il pianeta, persiono dall’Italia. Forse Samsung, TI ed AMD saranno i più importanti.

Ripetiamo che i computer costruiti con le nuove schede consumeranno, avranno dimensione, dissiperanno energia e costeranno  fino ad un ordine in meno rispetto alla generazione attuale di macchine. Questo creerà un cambiamento epocale tecnologico permettendo l’entrata in gioco, e non è un dettaglio, di grandi numeri di nuovi utilizzatori. Infatti nel solo mercato indiano si parla di centinaia di milioni di nuovi utilizzatori, che sposteranno, tra l’altro, il baricentro dell’uso e del consumo delle tecnologie dal vecchio occidente a qualche cosa di nuovo ed imprevedibile.

Intanto in Italia, che non perderà mai il vizio di vedere anche le cose tecnologiche dipendenti da una prospettiva umanistica, si discute, volutamente, d’altro. Non diciamo che la Divina Commedia non contribuisca al reddito dei cittadini, ma forse non basta. Per fortuna l’individualismo italiano si sgancia dall’ottusità di quanto pretende di dare o, peggio, imporre visioni generali e nascono eccellenze addirittura a livello mondiale. Ma le iniziative individuali hanno bisogno di un contesto positivo magari blandamente virtuoso e non solo dissipativo, altrimenti muiono.

Leggo che progetti eccezionali com l’italiano Arduino ha dei successori quali UDOO. Ma, per dirne una sola, una delle menti del progetto è  Bruno Sinopoli (partner del progetto) ma questi è professore alla Carnegie Mellon University’s …