Gli imprenditori che si sono riuniti hanno preso la strada della cooperazione reale, concreta e diretta, mettendo in discussione il vecchio paradigma associativo, leggi CONFAPI. Questa della cooperazione tra imprenditori è una linea vincente, forse l’unica possibile. Ma è un percorso che va costruito sul lungo periodo. Servono progetti concreti nei quali inserirsi per garantire reddito e sviluppo e per costruire nei fatti questa proposta di cooperazione. Serve una interfaccia con le istituzioni. Gli amministratori locali sono il punto di contatto con le istituzioni: partiti politici, associazioni culturali, regioni, stato. Le soluzioni “tecniche” come lo sviluppo dell’informatica, della capacità gestionale, del commercio estero, di svolgere con successo attività all’estero, vanno senz’altro perseguite come momento di continuità con l’esistente. Ma va anche progettata insieme una transizione che porterà inevitabilmente verso qualcosa di nuovo, in linea con l’emergere di questa cooperazione tra imprenditori. Per sintetizzare, le linee di intervento proposte sono due, una riguarda la dimensione globale internazionale, l’altra la dimensione locale. Si tratta di metterle in equilibrio tra loro:
- mettere in comune la conoscenza, le competenze, i servizi condivisibili, secondo il modello Open Source, per affrontare e superare i problemi posti dalla globalizzazione, e inserirsi in mercati trascurati come quello dello sviluppo dei paesi del Sud del mondo. Questo naturalmente serve anche per lo sviluppo locale
- collaborare strettamente con le amministrazioni locali su progetti locali di sviluppo integrato, sul piano ambientale, agrario, culturale, di valorizzazione di tutto il grande patrimonio disponibile in Italia. Questo sviluppo endogeno locale è necessario per costruire l’immagine stessa del “made in Italy” e quindi rilanciare uno sviluppo sui mercati esteri
Questa graduale evoluzione verso progetti locali ambientali, di valorizzazione del territorio locale in tutte le sue componenti, di innalzamento generale della qualità della vita, permetterà di incontrare le associazioni no-profit che vi sono impegnate, con il loro serbatoio di collaboratori, idee, innovazioni, appoggio “politico”, favorendo gli imprenditori nell’ ingresso in una RETE DELLE RETI. Si potrà così accedere a progetti reali come il Parco Agrario Metropolitano di Padova, la Idrovia Padova Mare, le Smart City, Open Source Ecology con le sue iniziative di sviluppo dei paesi del Sud del mondo, la riconversione dei nostri centri urbani, la riconversione dell’agricoltura verso una agricoltura multifunzionale di qualità orientata al biologico e con alta intensità di manodopera, tutta l’innovazione possibile in funzione di uno sviluppo sostenibile. Questi progetti reali, capaci di generare reddito, potranno favorire la transizione verso un sistema ibrido, un sistema che l’Open Source ha sperimentato da anni con successo. Un sistema in cui profitto privato e associazioni no-profit, basate su una economia solidale, collaborano e si intrecciano. Questi progetti hanno bisogno di sindaci, consiglieri, amministratori locali, federazioni di comuni, associazioni nazionali di comuni. La via della cooperazione, fattiva e concreta, include.
Remo R.