Revisione 0.04
Il 2018 è un anno di svolta perchè, dopo aver visto l’affermazione nel mercato delle biciclette elettriche a pedalata assistita, in questo autunno assistiamo al lancio delle moto elettriche. Si comincia dai 10 cavalli circa, ovvero equivalente a quella particolare classe di motociclette denominata 125.
Nel giro dei prossimi anni verranno introdotte, in termini competitivi, le motociclette di classe superiore.
Poi, verso il 2022, ci sarà la svolta per le utilitarie, quali Smart, Panda e 500. E’ noto che nazioni evolute, quali la Cina, abbiano quasi imposto l’adozione per città intere di mezzi elettrici, ed aziende automobilistiche importanti, quali FCA, abbiamo presentato i nuovi piani industriali basati sulla quasi totale a breve, si parla per la FCA del 2022, produzione di utilitarie elettriche.
La trazione elettrica è una vera rivoluzione, ora possibile.
I motivi sono moltissimi, ma uno per tutti è poter dire che i costi di manutenzione sono abbattuti.
Infatti la trazione elettrica elimina:
- il circuito di refrigerazione motore con acqua e relativi radiatori
- il circuito olio motore
- il cambio
- la frizione
- riduce la trasmissione all’osso
- non ci sono candele e candelette
- le parti rotanti molto delicate si semplificano all’estremo eliminando cilindri, fascie, pistoni, bielle, distribuzione e relative cinghie
- si eliminano tubi di scarico con complicazioni estreme quali sonde lambda e parti catalittiche da sempre in discussione
- si eliminano i serbatoi carburante, con pompe e tubi che si seccano
- non serve il motore elettrico di avviamento
- non serve l’alternatore
- l’elettronica ed in particolare i firmware si semplificano all’estremo; scompaiono le vecchie e complicate centraline elettroniche per introdurre invece dispositivi I.o.T.
- si semplifica in modo enorme per l’utente la distribuzione dell’energia, ma creando il vero nuovo problema legato alla struttura nazionale antiquata della distribuzione elettrica
- l’impianto frenante idraulico con tubi e pompe può essere semplificato dall’impianto elettromeccanico
- che non può essere alimentato a 12 V, ma con 60V e più disponibili è possibile costruirlo
- e non si dimenti che gran parte della forza frenante può essere esecitata dallo stesso motore elettrico con la benefica conseguenza di generare corrente che può ricaricare la batteria
- con riferimento alle automobili, si elimina il fenomeno, particolarmente italiano fortemente sviluppato per raggirare l’enorme tassazione sui carburanti, dell’aggiungere al motore impianti a gas che, per quanto evoluti e quindi complicati, introducono inevitabilmente problematica dovute alla secchezza nella parti meccanice rotanti da combustione gassosa
Il tutto si semplifica in un motore elettrico ed una batteria innovativa.
La seconda vera criticità, dopo la struttura nazionale per la distribuzione dell’energia elettrica, si sposta sulle batterie che devono ancora evolvere. Una grande speranza è costituita dai dispositivi di conversione locale dall’idrogeno all’energia elettrica. Scenario che perè sposta un enorme problema ad un’altro: la produzione ed il trasporto dell’idrogeno.
Anche la guida migliora nettamente, niente cambio o frizione, e la trasmissione continua produce un piacere migliore. La coppia erogata dal propulsore elettrico rende il mezzo sempre brillante, mezzo che da fermo non consuma. Tutta l’energia elettrica finisce nella trazione senza le enormi dispersioni termiche dei motori ormai antiquati: il rispetto per l’ambiente diverge.
Ricordiamo anche l’abbattimento anche della seconda forma di enorme dispersione energetica: l’inquinamento acustico. Boati e fragori, oltre che fuochi e fiamme, vengono sostituiti dal leggero sfregolio, quasi una brezza, del propulsore elettrico.
Purtroppo allo stato attuale la vera criticità è nella distribuzione dell’energia elettrica, che risente della concezione tutta italiana di monopoli ciechi ed inscalfibili, da investitura divina, come nei vecchi regimi dinastici, e personale ingaggiato certamente non per meriti ed inamovibile. Infatti la batteria, per un motore elettrico per motocicletta, equivalente a 125cc, da 10KW, per essere utilizzata un’ora richiede una carica che , semplificando, assorbe l’intera erogazione di un usuale contatore, da utenza domestica di circa 3.5KW, per circa tre ore. Un colpo mortale per l’attuale distribuzione elettrica. E si parla solo di piccole motociclette.
I motori termici non sono praticamente usabili in robotica ed in contesti di precisione, mentre gli elettrici possono essere così finemente precisi da poterne coordinare 4 o 6 od 8 e permette persino il volo di un mezzo.
Se si assume come valido il principio, per applicazioni robotiche, della necessità di associare ad ogni ruota un motore, allora il mezzo che ne esce ha poternzialità di controllo e precisione incredibili, se lo sono i motori.
Quindi i motori elettrici possono essere estremamante precisi. Se tralasciamo le motociclette e consideriamo mezzi con un maggior numero di ruote , per esempio quattro, ognuna dotata di motore, otteniamo un mezzo incredibile.
Infatti tale veicolo è a quattro ruote motrici ed indipendenti. Non necessita di scatole di distribuziuone, differenziali, alberi, mozzi e semiassi che rendono la parte meccanica così complessa da creare i problemi di fragilità e di continua rimessa a punto. Ma il controllo alla singola ruota supera di botto i vecchi sistemi ABS, ESP ed altre diavolerie rese completamente inutili e superate. Se poi si adottano computer di controllo con software che vediamo oggi nella versioni giocattolo per i quadricotteri e più, allora la rivoluzione è apocalittica.
Ma una centralina elettronica con un processore primitivo che deve coordianre dalla sonda lamba all’ABS alla distribuzione ed iniezione risulta una clava del paleolitico rispetto, per esempio ed improvvisando, ad un piccolo cluster di schede ARM quad e più core ad oltre 2GHz con watch dog incrociato e connettività locale in fibra, che utilizzano un vero sistema operativo, per dire Linux in una versione real time su cluster con disaster recovery e storage magari su doppio RAID di SSD anche per log. Senza tener conto della parte I.o.T. con servizi remoti in data farm quali cartografici, monitoraggio e sicurezza. La rivoluzione è epocale come l’introduzione della polvere da sparo, la pressa tipografica, il motore termico, la valvola, la penicellina, il transistor e i computer.
Ma perchè tali vantaggi non vengono introdotti con grande velocità? La risposta è l’usuale e quasi ovvia osservazione: gli interessi dominanti richiedono tempi lunghi per poptrer impadronirsi del nuovo e poter continuare classici schemi predatori.