Le forme elettroniche di pagamente elettronico costituiscon un gigantesco problema soprattutto in termini di mercato globale.
Osserviamo come l’utilizzo del bitcoin abbia avuto momenti estremamente significativi in situazioni molto critiche, per esempio iraniano, cipriota e spagnolo.
Il modello open source, coniugato da tecnologie peer to peer, in ambiti di moneta elettronica è un qualche cosa di travolgente, soprattutto per il fatto potenziale di non permettere la costruzione di centri di controllo, permettendo di spalmare controllo e potere tra gli utilizzatori in modo indiscriminante. Inoltre trasparenza delle transazioni e difesa della privacy vengono massimizzate. Quindi, per esempio, il cittadino iraniano può pagare un libro non ufficale ed una grossa banca non può orientare intere popolazioni. Altro dettaglio molto importante è l’abbattimento dei costi per utilizzare questa moneta, infatti i costi si valutano tendenti a zero contro i vari punti percentuali nell’utilizzo di altri strumenti quali carte di credito e, soprattutto, di debito.
L’ideatore che ha concreatmente realizzato nel 2008 Bitcoin (simbolo: ฿; codice: BTC o XBT), una particolare forma di moneta elettronica, detta criptovaluta, è un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di 中本哲史 Satoshi Nakamoto.
Le teorie sulla vera identità di Satoshi Nakamoto sono numerose. Nessuno sa se è un ‘lui’, una ‘lei’ oppure se si tratta di ‘loro’. In giapponese ‘satoshi’ significa ‘un pensiero chiaro, veloce e saggio’. ‘Naka’ può significare ‘medium, dentro o relazione’. ‘Moto’ può significare ‘origine’ o ‘fondamento’.
Inizialmente si pensava che fosse Michael Clear, laureato in crittografia al Trinity College (Dublino)[5] ma Clear stesso ha negato di esserlo[6]. Altri sospettavano di Vili Lehdonvirta[7], ex sviluppatore di giochi finlandese (ma anche sociologo ed economista), ma entrambi hanno negato qualsiasi legame con Satoshi.
Adam Penenberg, un professore della New York University, sostiene che dietro il personaggio misterioso ci sarebbero tre persone: Neal King, Vladimir Oksman e Charles Bry[8]. La tesi di Penenberg si basa su una ricerca effettuata su Google di alcune frasi particolari del protocollo bitcoin che ti riconducono ad una richiesta di brevetto per l’aggiornamento e la distribuzione delle chiavi di crittografia.[9] Il brevetto era stato richiesto proprio da King, Oksman e Bry, i quali hanno negato di avere a che fare con il bitcoin.[8]
Altri pensano che sia Martii Malmi, uno sviluppatore finlandese, il quale si occupò del Bitcoin sin dagli inizi realizzando anche l’interfaccia utente del sistema. Girano voci anche sul creatore di MtGox, Jed McCaleb,[10] un americano amante della cultura giapponese e residente in Giappone. Altre teorie invece portano a Donal O’Mahony e a Michael Peirce, i quali scrissero un elaborato sui pagamenti digitali nelle piattaforme e-commerce.
Progetti misti community e commerciale, potrebbero rendere trasparente la parte commerciale utilizzando bitcoin.
Concludiamo osservando che Qt è stato utilizzato per la costruzione del software disponibile.