e-mobility

Revisione 0.05

Sta avvenendo il cambio tecnologico nella mobilità dal motore termico a quello elettrico.

Assistiamo ad una enorme offerta tecnologica e nuove complessità da gestire in modo radicalmente diverso da quanto siamo abituati.

E’ necessario un approccio diverso basato su un osservatorio sulle tecnologie e periodi incontri per costruire sensibilità e gruppi di interesse, esperienza e tendenza.

A cavallo del 2020 assisteremo all’avvio decisivo della e-mobilità.
Si sta già passando dalle e-biciclette, ormai mature con favolosi motori Bosh e batterie Samsung o Panasonic, a motorini e scooter e moto equivalenti ai 125cc.
Nella prossima primavera prenderanno piede le e-motociclette, seguiranno e-quadricicli, poi auto compatte, tipo Aixam o Renault Tweezy, poi city car come Smart.
Ci saranno i veicoli commerciali ed il trasporto pesante con serbatoi ad idrogeno liquido e fuel cell.

La tradizionale produzione elettrica da fotovoltaico, eolico o diesel con colza e biodiesel avranno un nuovo grande impulso.

Comunque sono già in commercio prodotti che sono modelli ed apri pista di interi nuovi segmenti.

Come esempio delle nuove motociclette, fascia 50 cavalli, citiamo la californiana Zeta Motor.
Nel segmento quadricicli deve essere citata la Tweezy della Renault.
Nell’ambito delle city car  la Smart.
Toyota sta presentando il suo piano di smart car come suo principale piano industriale.
Assistiamo a start up di marchi nati da garage con proposte rivoluzionarie, ma fattibili: si consideri, per dire, la tedesca Sono Motor
La Cina ha deciso di passare direttamente alla produzione e-mobilty saltando completamente l’industria automobilista sul motore termico. Si vedano le proposte di guida autonoma livello 2 ed addirittura primi modelli con quattro eliche. Inoltre la Cina si è garantita la fornitura di materie prime africane per produrre batterie.
La Russia ha in Siberia grandi risorse di materie prime per produrre batterie.
BMW sta da qualche anno progettando e costruendo a Monaco quello che aprirà nel 2019 e sarà uno tra i più grandi centri di progettazione pacchi batterie per automobili.
Tesla, USA, ha ormai da anni, e da prima, commercializzato le prime grande automobili, equivalenti alla classe E Mercedes o alla BMW 530, provando che tutto funziona come previsto, anzi ci sono già i primi usati in vendita a 40000 €, contro il prezzo di acquisto di circa due anni fa di oltre 80000€: mezzi dati come perfetti e senza problemi che lavoreranno ancora per molti altri anni, ma poi si realizza che si sta parlando di automobili con 200.000 – 300.000 Km! Impensabile per i vecchi mezzi a motore termico.
Tesla è attualmente il primo produttore del segmento, ma nel 2022 scenderà forse al sesto posto, dopo tutti i grandi marchi da Toyota a BMW.
Hunday ha già commercializzato la prima automobile, rivoluzionaria, con fuel cell. In Norvegia è andata a ruba e si sono già organizzati per il rifornimento per l’idrogeno.

Il 2020 sarà l’anno del giro di boa, ci si deve preparare ed essere pronti ad intercettare nuove occasioni.

Anche i lavori legati al mondo dell’automobile cambieranno radicalmente.

I brand non saranno i marchi, ma singoli prodotti.
Ci saranno i grandi marchi, ma, la semplificazione strutturale, permetterà a molte nuove startup da garage ad entrare e prendere posizione nel mercato. Infatti il nuovo scenario ridimensiona completamente l’assorbimento delle risorse per le parti meccaniche, spostando il tutto a forti sinergie inedite: informatica, scienza della mobilità, chimica, fonti energetiche diverse, …

Il compratore non sarà assorbito interamente, specialmente in termini economici, nell’assistenza, per esempio tagliandi vessatori, ma seguirà nuove offerte persino diventando inedito protagonista nel creare reddito.

Il motore elettrico può essere di una precisione estrema da permettere la robotica. Infatti si parla di livelli di guida autonoma, ovvero robotica, dei nuovi mezzi da 1 a 5. Quindi parte delle risorse che in prima erano riversate nelle officine per far sopravvivere i motori termici finiranno nella robotica, nella produzione di energia, anche locale, e nella gestione dell’informazione.

I livelli di robotica saranno determinanti per il traffico che sarà possibile, finalmente, poter sincronizzare e decongestionare. Nuovi modelli di flusso eviteranno ingorghi con inquinamenti da camere a gas.

Nasceranno inedite banche dati con chi crea servizi, produce e cede energia, chi costruisce parti di ricambio, sulle batterie, sulla gestione del traffico.

Verso la fine degli anni venti verranno commercializzati quelli che già esistono come prototipi: automezzi che si sollevano e si muovono senza toccare il pavimento.

Il grande problema attuale è il rifornimento:

  1. ricarica diretta del pacco batterie mediante colonnine da 7.5kW, 22, 50 e 100kW
  2. indiretto
    1. idrogeno gassoso in serbatoio trasportato dall’automezzo e trasformato nel veicolo da apposito dispositivo, detto fuel cell, in energia elettrica per i motori
    2. idrogeno a stato liquido
      1. in punti di distribuzione e conversione in colonnine per la ricarica
      2. oppure in serbatoi per mezzi pesanti

I paesi ben organizzati riusciranno a costruire una distribuzione, in particolare ultimo miglio, di energia da dotare il territorio nazionale delle moderne e veloci colonnine da 100KW.
In breve i paesi con entrali nucleari saranno indipendenti gli altri diventeranno ancora più dipendenti, soprattutto all’idrogeno prodotto mediante l’energia elettrica prodotta da centrali nucleari.
Le energie alternative porteranno un contributo forse non decisivo.

Le batterie e pacchi batterie, con il loro noleggio, assistenza e ricarica, costruiranno un enorme commercio con nuove possibilità.

I nuovi mezzi elettrici sono estremamente complessi sotto il profilo informatico:

  1. dotati di veri e propri computer invece delle modeste e vecchie centraline elettroniche
  2. connessi localmente ed a internet in molteplici modi
  3. predisposti ad Internet of Things, a gestire banche dati, il monitoraggio e la gestione remota

Comunque evidenziamo che il mezzo con motore termico è primitivo perché

  1. è molto complicato: pistoni, cambio, turbina, alternatore, batteria, motore avviamento, distribuzione, radiatori, impianto raffreddamento, impianto olio, centralina costosissima sebbene modestissima, …
    1. impossibile starci dietro a tutto ed è inevitabile il collasso sistemico
    2. tutte le risorse possibili vanno in manutenzioni costosissime, tagliandi, ma il mezzo continua a degradarsi inesorabilmente
    3. quindi non ci sono risorse per valori aggiunti quali la guida automatica, il monitoraggio e la connettività reale
  2. non ha un vero e proprio computer
  3. non permette la robotica, e quindi non entra nei cinque livelli previsti di guida automatica
  4. la manutenzione, oltre ad essere enorme senza evitare il degrado, vede politiche di prezzi vessatorie, tagliandi da 500€ per cambio olio e controllo livelli, creando un contesto nel quale è impensabile che l’acquirente abbia occasioni di diventare attivo, ovvero di guadagnare

Il mezzo con motore elettrico si semplifica enormemente il/i motore/i elettrico/i, il pacco batteria, carrozzeria e parti meccaniche essenziali ed il computer.

Se le batterie sono a noleggio, l’utilizzatore si dimentica ogni problema legato alle stesse, soprattutto al caso sventurato che si rompa questo componente costosissimo.

Il motore elettrico rimane praticamente inalterato anche dopo 200.000 o 300.000 Km: si vedano le Tesla usate ora in vendita …
Inoltre i motori elettrici possono avere una precisione tale necessaria alla robotica. Realtà impossibile dai rozzi ed inutilmente complessi motori termici.

Il computer di bordo è potente e non è nemmeno lontano parente delle centraline dei precedenti veicoli.

L’officina, come la conosciamo, non ci sarà più.
Il concessionario, come lo conosciamo, cambierà soprattutto in termini di leggerezza e rimarrà solo per i grandi marchi.

Saranno possibili tante startup con modelli nuovi e non legati ai grandi marchi, se non in particolari componenti. Per esempio Bosh sembra entrare nei segmento dei quadricicli offrendo a nuovi produttori il suo propulsore e computer di controllo.